Cosa significa Meditazione Vipassana e perché è detta di visione penetrativa?

Vipassana è un’antica parola nella lingua Pali che era una lingua parlata ai tempi del Buddha e significa appunto di “visione meditazione vipassana della visione penetrativaPenetrativa”.

 A me piace chiamarla: meditazione di “visione profonda”

 In effetti è una meditazione in grado di andare molto in profondità anzi di “penetrare” dentro noi stessi.

Immaginiamo che la nostra coscienza è fatta a strati come quelli di una cipolla, talvolta possiamo essere consapevoli andando molto in profondità, altre volte rimaniamo con una consapevolezza più superficiale.

Ma anche la consapevolezza più superficiale è comunque un buon livello di consapevolezza se paragonato con l’assenza di consapevolezza e la totale distrazione..

La meditazione Vipassana di visione profonda ci permette di penetrare in quanti strati possibili di questa cipolla.

Ed ecco un altro dei punti di forza di questa meditazione vipassana: perché è facile da fare sia per il principiante sia per un esperto: c’è sempre qualche strato di consapevolezza da potere approfondire.

A prescindere dal principiante o meno, mi piace pensare che ciascuno di noi attraversa dei momenti di più maggiore consapevolezza e dei momenti di minore consapevolezza: degli alti e bassi.

Grazie alla pratica quotidiana della meditazione vipassana diciamo che queste onde, di alti e bassi, creano alla fine un grafico in crescita: con una evoluzione sempre maggiore aggiungendo giorno dopo giorno sempre più consapevolezza nella nostra vita nel nostro quotidiano, con tutti i periodi di “alto e basso”.

Del resto un percorso evolutivo non è una strada liscia ma una strada scoscesa: la meditazione in generale e la vipassana in particolare, ci aiuta a avere dei buoni ammortizzatori per potere attraversare ugualmente  i momenti “lisci” e anche i momenti “scoscesi”.

Certo, dicevamo, che quando siamo distratti, stressati o ansiosi sarà difficile andare molto in profondità e ci limiteremo a penetrare solo negli strati più superficiali della cipolla.

Tuttavia riuscire a penetrare anche in questi primi strati è comunque una evoluzione importante, specie in quei momenti di particolare turbolenza.

Ma a me piace essere concreto quindi ti faccio un esempio nella vita di tutti i giorni.

Un esempio che faccio spesso di un giorno (in cui non avevo ancora meditato) e sono uscito di casa e in largo anticipo per andare nella capitale (io vivo a 40 chilometri da Roma).

A metà strada una domanda atroce mi assale: “ho chiuso il gas sotto la pentola?”

Non riuscivo proprio a ricordarmelo –evidentemente non ero molto presente quando ero in cucina- e sono tornato indietro perdendo chilometri e tempo inutilmente.

Se avessi meditato, non dico che sarei diventato improvvisamente lucido e profondamente consapevole, ma quanto meno sarei stato “consapevole di non essere consapevole”.

Se so, per averlo osservato in meditazione, quanto sono distratto quel giorno, starò particolarmente attento a particolari come quello del gas (o un altro classico, di dove lascio il cellulare).

Alo stesso modo se mi accorgo di essere stanco, stressato e irascibile starò attento a fare conversazioni delicate o a come rispondo al mio partner o a lavoro.

È incredibile quante volte siamo irritabili o stanchi o inconsapevoli e scopriamo di esserlo quando è “troppo tardi”.

In meditazione ce ne accorgiamo molto meglio: perché rivolgiamo l’attenzione a noi stessi.

L’alternativa è quello di farci prendere dalle distrazioni continue e nell’era dei watsapp e facebook queste distrazioni dono diventate potentissime.

“Come vedi essere consapevole di non essere consapevole” è già un buon livello di consapevolezza anche se rimaniamo negli strati superficiali della cipolla.

 Io mi auguro che anche tu vorrai praticare questa tecnica aggiungendo, giorno dopo giorno, con tutti gli alti e bassi del caso, sempre più consapevolezza nella tua vita diventando ogni giorno più in linea con te stesso e quindi ogni giorno sempre più felice.

 

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