Come iniziare a Meditare con La Meditazione Vipassana

Come inizire a meditare? o meglio la domanda originale è: “Un consiglio per un principiante che si vuole avviare a alla meditazione vipassana?”.

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(o continua a leggerne la trascrizione sotto)


Come iniziare a Meditare in Vipassana

Noi occidentali abbiamo due aspetti su cui mi permetto di dare dei consigli a chi vuole imparare a meditare.

Il primo è di non preoccuparti di alcuni equivoci forvianti, e adesso vediamo quali.

Il secondo, specie con la meditazione vipassana, è di esercitati a chiederti:

“Come stai? Cosa succede dentro di te?

Quali sono le sensazioni fisiche che spesso ci riportano all’adesso?

Quali sono i sentimenti, le emozioni che stai provando?

Senza bisogno di dire se sono giusto o se sono sbagliati o se mi piacciono o non mi piacciono o mi vedono indifferente”.

Queste etichette “mi piace, non mi piace, mi è indifferente” sono spesso legate a esperienze precedenti. In realtà ogni momento che noi viviamo, per quanto simile a tanti che abbiamo già conosciuto in passato, è comunque unico.

Se noi quindi gli appiccichiamo subito un’etichetta ci perdiamo la magia di quel momento, tendiamo a recuperare un’esperienza del passato e quindi non siamo presenti.

Meditare è molto semplice. Basta ricordarci di esserci.

Imparare a meditare significa anche tornare alle cose semplici, alle cose naturali (l’approccio della meditazione zen ne ha fatto un pilastro di questo ritorno alla semplicità)

C’è questa attenzione che il Buddha chiamava il retto sforzo che è appunto un “ricordarci” un piccolo sforzo. Retto, non eccessivo. Equilibrato. MI piace ricordare che Buddha non era un dio ma un uomo come me e te (ecco cosa ne dice wikipedia su Buddha)

A me piace chiamarlo sforzo gioioso, uno sforzo che è un richiamo ad essere presenti.

A chiederci “Come sto io? Sto pensando? Sono nel mondo delle fantasie? Sto pensando a cose che ancora non ci sono? O a cose che sono già passate? E io adesso dove sono? Che cosa sta succedendo a me adesso mentre sto vivendo quelle emozioni? Dove sono?”.

Fermarsi e porsi queste domande è la via giusta per fare questa pratica.

Come vedi è più semplice di quanto non si possa pensare.

i due equivoci da evitare

Ci sono però due equivoci e il primo è perdere tempo sulla posizione.

Come iniziare a Meditare correttamente: la posizione

La posizione può aiutare a mantenere la schiena dritta ma non rigida. Gambe e schiena alla fine sono secondarie. Come ti metti ti metti, basta stare attenti a cosa succede in noi e va bene.

Non fantasticare troppo su quanto può essere utile la posizione.

Ha una sua utilità nella meditazione zen. Diventa anche un oggetto di osservazione: come si osserva il respiro, si osserva che sia corretta la postura. A dispetto della semplicità della filosofia zen, questo approccio ad alcuni all’inizio può spaventare.

Non ti preoccupare però, nella meditazione vipassana per fortuna, la posizione non è così fondamentale, direi che è po’ più facile per chi vuole capire come si medita in generale e non vuole solo imparare la meditazione vipassana.

Infatti in questa tecnica per iniziare a meditare il mio consiglio è semplicemente: “stai con quello che c’è”.
Chiediti come stai. Domandatelo spesso. Questa è già una pratica meditativa.

Non giudicarti

Voglio sfatare il secondo errore.

Se ti accorgi che stai pensando e te ne accorgi tante volte, ti accorgi tante volte di esserti distratto, non affrettarti a giudicarti, a dire che hai sbagliato, che non riesci a meditare.

Succede a tutti, anche a me dopo tanti tanti anni di meditazione: è comune a tutti.

Se ci giudichiamo non facciamo altro che aggiungere un’altra etichetta giudicante, che è un pensiero. Io sto dicendo “non è giusto, non devo fare questo” e quindi mi sto auto-fregando, mentre io mi sono reso conto di essermi distratto.

Quando io mi rendo conto di essermi distratto sono di nuovo protagonista della mia vita, sono di nuovo proattivo e io posso ancora scegliere proattivamente dove indirizzare la mia mente.

Per esempio la posso indirizzare al respiro o alle sensazioni corporee che mi riportano nel qui e ora piuttosto che inseguire i pensieri.

Se ci infilo quel giudizio “non riesco a farlo”, questi sono di nuovo pensieri. Sono di nuovo etichette legate al passato: è un giudizio che possiamo anche chiamare pre-giudizio. Spesso noi siamo vittime di pensieri, siamo vittime di schemi mentali che in qualche modo abbiamo ereditato e che ci condizionano molto.

La meditazione è un atto di libertà e la libertà la ritroviamo quando siamo noi i protagonisti. Quando siamo noi di nuovo proattivi. Quando siamo noi a scegliere dove orientare la mente piuttosto che lasciar sì che una serie di pensieri incontrollati e che si autoriproducono abbiano il totale spazio della nostra mente.

Quando noi ci rendiamo conto che sta succedendo questo, sta già succedendo un miracolo. Stiamo già interrompendo, almeno per un attimo, quel flusso. Già questo è un buon risultato.

Quindi non stare a cercare il tutto o il niente, non stare a pensare che i pensieri siano dei nemici. I pensieri sono dei servitori.

Si dice che i pensieri sono degli ottimi servitori e dei pessimi padroni.

Cerchiamo di smettere di lasciar sì che siano loro i padroni della nostra mente 24 ore su 24.

Concediamoci ancora dei momenti di presenza. Non ha importanza se sono pochi. Appoggiamoci su quei pochi e facciamoli sviluppare il più possibile.

Per iniziare a meditare con la vipassana comunque il mio consiglio è di guardare l’anteprima gratuita del corso di vipassana che trovi cliccando qui

Come iniziare a Meditare con La Meditazione Vipassana

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