Contents
- 1 meditazione vipassana 10 giorni di ritiro
- 1.1 “La pratica dei dieci giorni di silenzio è parte di questa tradizione, della tradizione vipassana? Ce ne parli un po’?”
- 1.2 guarda il video – meditazione vipassana 10 giorni
- 1.3 Cerchiamo di capire cos’è questa pratica del silenzio di dieci giorni.
- 1.4 In un ritiro di meditazione vipassana in dieci giorni stai a meditare 24 ore su 24.
- 1.5 La vipassana si chiama anche insight meditation.
meditazione vipassana 10 giorni di ritiro
“La pratica dei dieci giorni di silenzio è parte di questa tradizione, della tradizione vipassana? Ce ne parli un po’?”
La tradizione che veicola la vipassana è la tradizione theravada, la più antica forma di buddismo.
Tradizionalmente un bel ritiro di meditazione vipassana è fatto di dieci giorni.
guarda il video – meditazione vipassana 10 giorni
Ovviamente ci sono varie scuole di buddismo theravada. Sono molto simili l’una all’altra tuttavia ci sono delle differenze.
Una delle tradizioni theravada che è soprattutto legata alla pratica dei dieci giorni in silenzio di vipassana, un ritiro di dieci giorni, è quella che si rifà a U Ba Khin o Goenka.
Andiamo al sodo.
Cerchiamo di capire cos’è questa pratica del silenzio di dieci giorni.
Quella del silenzio è una pratica molto molto potente.
Secondo alcuni, soprattutto di Goenka, addirittura non c’è vipassana se non è prima veicolata attraverso questa pratica. Non per tutti è così ma per alcuni sì.
Ed ha senso.
Secondo me non è del tutto vero.
Secondo me la meditazione vipassana è talmente potente che bastano anche pochi minuti al giorno per cambiare la vita.
Sicuramente lo è ancora di più quando fai dieci giorni di ritiro in un posto lontano, senza cellulare, senza libri, tutto ciò che può distrarre, musica o sesso.
Se fai un ritiro è una tua scelta, quindi scegli di togliere tutti gli elementi distraenti per concentrarti a osservare cosa succede dentro di te.
Questo silenzio è una scelta.
Permette e favorisce la fertilità dello sguardo interiore.
Farlo per dieci minuti è un conto ma è molto diverso dal faro dalla mattina alla sera per tanti giorni di seguito e per questo è così potente.
Come il mio maestro e quello di mia mamma, che segue questa tradizione meditativa, ci sono sempre più persone che fanno dei ritiri di vipassana un po’ più alla nostra portata perché non è da tutti provare dieci giorni.
C’è invece un mio amico che addirittura accumula tutte le feste insieme per farsi trenta giorni di ritiro in meditazione. Chapeau.
Mi rendo conto che non tutti riescono a trovare dieci minuti per fare un lavoro che comunque è un lavoro su di sé e quindi non del tutto rilassante.
In un ritiro di meditazione vipassana in dieci giorni stai a meditare 24 ore su 24.
Dormi normalmente ma diciamo che il non parlare con altri, interagire con gli altri anche con il cibo, con le cose che fai con presenza, ti fa vedere delle cose di te non sempre piacevoli.
In questi ritiri, anche di meno giorni, ci sono momenti di grande sofferenza, ed è un classico. Momenti di grande intolleranza.
Sono dei momenti particolari e alcuni, proprio lì, scappano scappano a gambe levate.
Se vuoi fare un ritiro, io consiglio di resistere quando ti viene voglia di scappare.
Metti in conto che sarà così.
Ti consiglio di attraversarlo.
La magia di questo ritiro sta proprio nel fatto che noi attraversiamo varie fasi, vediamo che come appaiono poi spariscono.
Vediamo quello che in termini buddisti viene chiamato “impermanenza”.
Ogni cosa che si manifesta ha un inizio, uno sviluppo e una fine.
Vediamo rabbia, intolleranza, ci sembra di non tollerarlo, pensiamo “non ce la faccio più a stare come un cretino seduto a meditare”.
Ci viene voglia di dire “Come faccio? Sono al secondo giorno e devo farne altri otto. Non ce la faccio, me ne vado”.
Se attraversi quel momento ti accorgi che la sera o magari il giorno dopo hai tutt’altre sensazioni.
A un certo punto attraversi quella sensazione che sembrava eterna, che sembrava impossibile da attraversare in quel momento.
Ed è tutto possibile.
Alla la vera esperienza sta anche nel vedere cose di te difficili. Arrivano molti insight.
La vipassana si chiama anche insight meditation.
L’insight è un momento di profonda comprensione.
Questi momenti di profonda comprensione ti mettono a contatto con cose di te stesso che forse conoscevi ma che non ti sono mai state così chiare come grazie a un momento di intuizione profonda avuto grazie a questa meditazione e grazie soprattutto a un ritiro di più giorni che favorisce questo clima.
Quindi è parte di questa tradizione.
Nella tradizione dei dieci giorni, proposta molto da Goenka, mi pare si stia molto seduti a meditare.
Se invece vai in un monastero theravada come quello citato prima, fondato dal mio maestro, il Santacittarama, ecco che alterni momenti di meditazione da seduti a momenti di meditazione camminata. Sempre in silenzio. Sono sempre meditazioni.
Quella camminata è molto più potente di quanto si possa immaginare.
Si rifanno tutti alla tradizione theravada e all’angolatura vipassana. Alla meditazione di consapevolezza che ti permette di stare con le cose così come sono.
Ripeto.
La meditazione vipassana merita di essere fatta anche solo pochi minuti al giorno. Io la consiglio tantissimo. Se si vuole fare un ritiro di dieci giorni o anche meno, lo caldeggio tantissimo perché c’è un prima e un dopo.
C’è un prima e un dopo la meditazione, soprattutto vipassana, nella vita di ciascuno.
Io ho una vita precedente a quando ho scoperto la meditazione e una vita successiva.
C’è anche un prima e un dopo rispetto alla qualità di presenza e alla qualità di tolleranza rispetto a noi stessi e agli altri, rispetto ai difetti nostri e quelli degli altri, molto più profonda quando si attraversano esperienze tipo quella della pratica dei dieci giorni.