Meditazione Vipassana: perchè partire dalle sensazioni
Benchè in Vipassana ci alleniamo a stare con tutto ciò che ci appare: sensazioni, emozioni sentimenti eccetera eccetera, il focus va spesso al corpo e alle sue sensazioni.
Perchè? Il perchè è molto semplice: il corpo permette certamente di stare nel “qui ed ora” mentre i pensieri ci portano altrove.
Ma c’è dell’altro: dal corpo possiamo scoprire meglio tutto il resto attraverso un processo di consapevolezzazione che dalle delle sensazioni del corpo può portarti ad essere più in linea con te stesso e condurre una vita molto più felice.
Allora qual’è il processo di consapevolizzazione?
Cosa succede davvero?
Partendo dalle sensazioni ti mostro che cosa succede in questo processo di consapevolizzazione; meditando io, per esempio, osservo, e che cosa osservo?
Per primo le sensazioni corporee… mentre le osservo e ne sono consapevole faccio emergere qualcos’altro, faccio emergere le emozioni.
Calcola che sulle emozioni ci sono tante scuole di pensiero, si dice da sei a quattro, noi ne esaminiamo 4:
- Gioia
- Tristezza
- Paura
- Rabbia
Nel film Inside out vi è anche il disgusto.
Se c’è tensione a livello della pancia, molto probabilmente ci potrebbe essere collegata un’emozione; una sensazione al livello della pancia vuol dire che probabilmente c’è una emozione associata di rabbia.
Probabilmente, non è detto, ma l’osservazione permette proprio di far emergere queste cose quindi intanto parto da lì;
e noto che c’è attenzione a livello della pancia per esempio potrei notare che a livello del petto c’è costrizione, noto che c’è un petto chiuso.
Quello potrebbe essere paura, oppure noto che c’è un’apertura a livello del petto una specie di vibrazione piacevole, quella potrebbe essere gioia.
Quindi quando io sono consapevole delle sensazioni corporee faccio emergere le emozioni e divento consapevole delle emozioni.
Quando io sono consapevole delle emozioni faccio emergere i sentimenti.. che cosa sono questi sentimenti che differenza c’è con le emozioni?
I sentimenti è qualcosa di molto più legato nel tempo, le emozioni cambiano in continuazione, i sentimenti sono un po’ più profondi, spesso sono in qualche modo delle emozioni reiterate; ti faccio un esempio, il sentimento corrispondente all’emozione della rabbia è l’odio, il sentimento legato all’emozione della gioia potrebbe essere amorevolezza, ovviamente non è solo quello, c’è molto di più nel sentimento di amore che la sola gioia, è qualcosa di più pacifico e profondo, di più elaborato rispetto all’emozione.
Però diciamo che il sentimento è l’emozione, c’è quando io sono consapevole delle sensazioni corporee, faccio emergere facilmente un’emozione quando sono consapevole di un’emozione e faccio emergere cosa provo a livello sentimentale.
E quando io so quello che sono, i miei sentimenti, io compio una magia perché capisco cosa voglio realmente dalla vita, cioè se io so cosa non mi piace fare e cosa mi piace fare, forse comincio ad aggiustare la mia vita in modo da essere più coerente con essa;
è inutile che continuo a fare cose che non sopporto di fare, probabilmente mi vengono anche male, questo vale per esempio anche in ambito lavorativo, forse è meglio se c’è invece qualcosa che io amo fare… forse mi verrà meglio e forse sarà un po’ più apprezzato se faccio un lavoro del genere.
Questi sono processi di consapevolezza che portano a dei radicali cambiamenti ma nel tempo, non è detto che succeda tutto oggi, non dev’essere una fuga, deve essere una scelta consapevole, quindi un processo di consapevolizzazione.
E’ quando sono consapevole che faccio delle scelte giuste, quando invece le faccio re-attivamente o improvvisamente forse faccio un lavoro che aveva una funzione più precisa.
Quindi se so, se sono consapevole di cosa voglio veramente dalla vita,
beh, ecco che il mio mondo è nelle mie mani, sono di nuovo protagonista della mia vita, non faccio più quello che gli altri si aspettano da me, ma faccio quello che realmente voglio per me stesso.
C’è un libro scritto da un’infermiera che lavorando accanto a malati terminali ha raccolto una casistica dei rimpianti maggiori delle persone in fin di vita, il numero uno è
”avrei voluto vivere una vita più in linea con me stesso piuttosto
che vivere la vita che gli altri si aspettavano da me”.
Ecco questo è uno dei rimpianti maggiori, ma gli altri 5 si assomigliano, sono molto simili; noi spesso viviamo non la nostra vita ma quella che gli altri si aspettano che noi viviamo… appiattiamo la nostra vita.
Quando tu sei consapevole di che cosa succede in te, intanto sei più gioioso, gli altri ti ameranno di più, le cose che farai ti verranno meglio e hai il tuo mondo in mano, il tuo mondo ti appartiene, non vivi più una vita sacrificata pensando di far felici gli altri, ma vivi una vita in base a quelle che sono veramente le tue prerogative, il motivo per cui sei venuto in questa terra…
ma ti lascio ad indagare che è la cosa migliore, quindi mi auguro che tu sia felice e consapevole di quello che realmente vuoi dalla vita e che tutti gli esseri siano felici.
tratto da questo video: