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Vipassana Testimonianze
In molti prima di fare una esperienza di meditazione Vipassana vogliono conoscere le opinioni di altri.
Ho pensato di raccogliere, a beneficio di chi sente il desiderio di saperne di più, le opinioni di chi ha fatto già almeno una esperienza di vipassana.
Certo alcuni vorranno conoscere le esperienze vissute in un ritiro di vipassana, altri magari vorranno conoscere le testimonianze di chi ha fatto un corso, come il corso di meditazione vipassana di cui da qui potrai vedere gratis i primi video.
In questa pagina mi concentrerei su esperienze diverse da quelle del mio corso (benvengano anche quelle) che invece puoi trovare in quest’altra pagina: Corso Vipassana.
Insomma sarei felice di raccogliere la tua opinione mettendola tra i commenti qui in basso
Ecco intanto come ho vissuto il mio primo ritiro di meditazione vipassana e recensione:
Meditazione Vipassana esperienza personale
Mia madre aveva già lasciato il corpo da un paio di anni, quando mi decisi di fare anche io uno di quei ritiri di meditazione vipassana di cui avevo molto sentito parlare da lei in passato.
Mi spaventava molto il silenzio e l’isolamento che mi sembrava di vivere come una costrizione e pensavo potesse essere limitante e faticoso da mantenere, avevo dubbi anche se effettivamente lo avrei potuto reggere.
Ricordo che lei, prima di partire, mi diede il numero di telefono del centro dove si sarebbe svolto il ritiro, dicendomi di non spaventarmi se non mi avrebbe chiamato per giorni e di chiamare quel numero in caso di grave necessità..
A quel tempo i cellulari o non c’erano o erano una rarità, ma oggi come oggi, ritengo sarebbe importante ritornare a quel metodo.
Telefonate si o no? Ecco come risolvere!
Immagina di andare tu ad un ritiro di vipassana e di fare come allora: spegni il tuo cellulare quando arrivi, dopo avere lasciato il numero telefonico del centro dove si svolge il ritiro:
gli altri possono contattarti quindi stai tranquillo tu e stanno tranquilli loro.
Ovviamente ti contattano in caso di estrema necessità e la tua attenzione non viene distratta da chi posta la foto di cosa hanno mangiato a cena o il selfie al ristorante con gli amici..
Quindi si ripulisce la mente, sia dalla preoccupazione di non essere raggiungibile, sia di perderti qualcosa di grave: se c’è bisogno ti chiamano altrimenti vale la regola: “nessuna nuova, buona nuova”
E il superfluo viene eliminato alla fonte: selfie, chiamate di circostanze, quello a lavoro che ti vuole contattare anche se stai in vacanza.. eccetera eccetera..
tornando all’esperienza di vipassana
Ma torniamo alla mia prima esperienza di vipassana in ritiro.. dicevo che allora tutto ciò mi spaventava.. mi chiedevo:
“come sarebbe stato essere isolato?” come “stare senza leggere, senza ascoltare musica, senza chiamare i miei cari? Come fare ad evitare di parlare con i miei compagni di ritiro?”
Ma alla fine tutto era organizzato per facilitare il silenzio e riportare l’attenzione allo sguardo interiore e sviluppare consapevolezza e presenza mentale (quella che in inglese viene chiamata “mindfulness”).
Tutto fu molto semplice.. o meglio.. non ci furono quelle difficoltà che mi ero immaginato..
..ce ne furono di diverse, ma “magiche” da sperimentare.
Ad esempio mi sorprese scoprire che non era affatto difficile stare in silenzio… ..almeno in apparenza…
..peccato che mi ritrovai a fare proprio quello che il mio maestro portò come esempio per quando la mente cerca di trovare stimoli per distrarsi:
mi attaccai all’etichetta della bottiglia di acqua minerale per leggere tutti i minerali contenuti nell’etichetta! 😊
alla faccia del silenzio interiore! Di nuovo a cercare di distrarmi con qualsiasi cosa capitasse a tiro: persino l’etichetta della bottiglia d’acqua…
Ma la bellezza sta anche nel vedere le difficoltà: la rabbia e l’avversione che provi in certi instanti..
Chi non si è detto “ma chi me lo ha fatto fare a stare qui seduto come un cretino?” “questa roba non fa per me, adesso mollo tutto e me ne vado!”
Io sì 😊
Oppure: “ma che cavolo fa quella persona che mentre stiamo a meditare disturba tutti quanti? Come si permette?” Per poi scoprire che meditare è stare con quello che c’è e quello che succede all’esterno potrebbe rimanere lì, all’esterno, se non sono io a portarlo dentro…
Il “maestro del maestro del mio maestro”, si chiamava Ajahn Chah, era solito dire: “non andare fuori a disturbare il rumore” ed io cavolo se ci andavo!
(Ajahn Thanavaro è il mio maestro, Ajahn Sumedo – da cui ho ricevuto insegnamenti anche io- il suo, e Ajahn Chah il maestro di Sumedo)
Insomma devo dire che tutte le difficoltà che si attraversano sono assolutamente diverse da quelle che uno ci si può aspettare, ma soprattutto -una volta attraversate- sono spesso fonte di importanti realizzazioni (insight) e diventano parte fondamentale di quel meraviglioso percorso che si fa in un ritiro di meditazione vipassana.
Ecco questa è una piccola condivisione di una esperienza di vipassana in un ritiro, ti invito a lasciare qui la tua testimonianza, se vorrai, a beneficio di chi non l’ha ancora fatta e vuole capire come è per chi, quell’esperienza, l’ha vissuta per davvero.
Lascia qui al tua testimonianza tra i commenti: