tipi di meditazione (tecniche di meditazione e scuole)

Quali sono i vari tipi di meditazione e qual’è, secondo te, il tipo di meditazione migliore?”

Andiamo con ordine.

i 3 tipi di Meditazione

Riguardo i vari tipi di meditazione: innanzitutto ci sono varie scuole di meditazione e anche vari tipi di meditazione;

io, personalmente e a prescindere dalle scuole, divido i tipi di meditazione in tre grandi categorie:

è un criterio personale e lascia il tempo che trova (una meditazione specifica poi, può essere fatta rientrare in diversi tipi di meditazione generali) ma io ritengo che i principali tipi di  meditazione possano essere efficacemente compresi in questi tre gruppi.

fare chiarezza su queste 3 tipologie e le relative tecniche meditative ci aiuta a fare chiarezza anche su che tipo di tecnica fare in certi momenti della nostra pratica quotidiana

  1. tecniche di meditazione di ancoraggio – Samatha

Una categoria comprende le tecniche di meditazione di ancoraggio, cioè quelle tecniche che ci permettono di recuperare “l’adesso”, il momento presente; cosa vuol dire avere un ancoraggio?

Significa che quando la mente vaga, distratta, in preda ai pensieri, quando siamo stressati e non centrati, l’ancoraggio ci aiuta a ricentrarci utilizzando un oggetto di contemplazione, cioè di ancoraggio;

tradotto in termini estremamente pratici: io sono distratto e, invece di lasciare che la mia mente vaghi inseguendo quel pensiero che mi trascina verso il futuro con tutto il suo carico di preoccupazioni, oppure verso il passato con tutti i ripensamenti e un carico di tristezza e rimpianto, io  mi ancoro all’adesso, spingendo dolcemente la mia attenzione verso un oggetto di contemplazione come, per esempio, il respiro: che sarà la mia ancora;

tecnica di meditazione del respiro (anapanasati)

il respiro, infatti, è un ancoraggio presente in moltissime forme di meditazione.

tecnica di ancoraggio al copro (Body scan)

Anche il corpo, con tutte le sue sensazioni, è un ottimo mezzo di ancoraggio; io lo suggerisco spesso, pechè il corpo vive proprio nel qui e ora mentre, se diamo retta alla mente, diamo retta alle fantasie del mondo dei pensieri.

parlo della tecnica body scan in questo articolo (detta anche bodyscan tutto attaccato)

tecnica di ancoraggio al mantra

Rientrano in questa prima categoria anche le meditazioni che usano il mantra come ancoraggio (sui mantra ci sarebbe un ampio discorso da fare che però non affronterò in questa sede).

Vedremo tra poco come alcune tradizioni utilizzano queste cose.

Dal punto della tradizione buddhista Theravada queste forme di meditazione vengono chiamate Samatha: ma è solo un tecnicismo, non è davvero importante.

è utile piuttosto sapere che sono tecniche di meditazione per principianti, in quanto basilari, allo stesso tempo sono anche fondamentali in senso lato.

Basti pensare che la meditazione trascendentale (clicca qui per saperne di più), basata prevalentemente sull’uso di un mantra, ricorda proprio col suo nome che sono tecniche per permettono di entrare in contatto con il “trascendente” (qui ne parla wikipedia).

Veniamo adesso alle altre due categorie.

2 la tecnica di meditazione profonda: vipassana (mindfulness)

La seconda di cui voglio parlare, invece, non è una serie di tecniche ma è costituita da una sola: questa tecnica, nella sua fase iniziale, si appoggia anch’essa alla ricerca della centratura e alla ricerca del momento presente come quella precedente ma poi, ci permette di esplorare tutto ciò che accade nel nostro bagaglio esperienziale.

Infatti, nel qui e ora, noi viviamo delle esperienze: può essere prurito, un dolorino, può essere il pensiero

stesso: e tutto questo io lo osservo.

Qual’è la differenza tra questa e le tecniche di meditazione di prima, quindi?

In quelle tecniche io mi ancoro, per esempio al respiro, e la mia attenzione è molto focalizzata e rimane vincolata: questo ci lega parecchio.

la tecnica di meditazione vipassana (clicca qui per saperne di più)

Nella seconda categoria, nella meditazione Vipassana: la meditazione di visione profonda, la mia consapevolezza si espande verso tutto ciò che vivo nel momento presente.

Normalmente, che cosa vivo nel momento presente?

tutto ciò che sperimento: i “sei” sensi

Ogni sensazione e ogni reazione alle sensazioni che mi offre il corpo,tutto quello che mi offrono i cinque sensi più uno, quindi: sento un odore e c’è una reazione in me; tocco un oggetto e si innescano tutta una serie di processi; udito; vista; gusto: tutto produce qualcosa in me.

Ma c’è anche un sesto senso, ovvero la mente.

La mente è intesa come un senso nel momento  in cui, quando abbiamo un pensiero, succedono in noi delle cose e ci sono delle sensazioni che si accompagnano a questo pensiero e, di conseguenza, anche i pensieri diventano oggetti di contemplazione.

Ricapitolando: che cosa succede in questa categoria di pura consapevolezza?

Succede che, oltre ad essere centrato, espando la mia consapevolezza a qualsiasi cosa mi succeda e non mi faccio trascinare da un pensiero: se mi faccio trascinare da un pensiero, mi identifico con quel pensiero e nemmeno mi accorgo che sto pensando.

Se mio (figlio?) pensa a un mostro, si identifica col mostro e non si rende conto che è soltanto un pensiero;

se io produco un pensiero squalificante su di me, io mi sento inadatto e vivo in modo inadatto perchè credo a quella realtà, ma non è la realtà: è soltanto un pensiero.

Quando io comincio a distaccarmi da questo pensiero, perchè lo osservo e quindi ho una prospettiva diversa, questo pensiero si rende meno problematico: pechè può essere osservato e, di conseguenza, riconosciuto come pensiero; magari la sensazione che accompagna il pensiero non se ne va, ma io posso osservare tutto:

la sensazione, il pensiero e tutto quello che succede in me e, osservando in questa meditazione profonda (Vipassana), posso capire la natura di quel che osservo.

in meditazionevipassana.it trovi appunto delle indicazioni proprio su questo tipo di meditazione (per tornare alla home con indicazioni sulla meditazione vipassana, clicca quì)

3 tecniche di meditazione guidate di visualizzazioni o autopinosi

La terza categoria è quella che io chiamo auto-ipnosi oppure fantasia guidata.

Sono delle pratiche, alcune anche molto potenti, che non ci fanno ancorare a un oggetto e nemmeno ci fanno sviluppare la consapevolezza rispetto a tutto: cercano, invece, di creare delle suggestioni;

la pratica di metta di apertura del cuore

ad esempio, se io favorisco l’apertura del cuore, pratico una meditazione chiamata “Pratica di Metta” clicca qui per trovare delle anteprime ad un corso di questa pratica.

Ci sono delle meditazioni in cui io dico di viaggiare, immaginare, visualizzare o fare; tutte questo cose possono, talvolta, risultare artificiali: perchè sono suggerite e non sono “le cose così come sono” come suggerito in Vipassana e nemmeno l’ancoraggio al respiro osservato nel suo normale fluire; c’è invece un comando, della parole, che stimolano in me delle cose e stimolano in me un processo particolare: ecco perchè parlo di auto-ipnosi (questo tipo di meditazioni, tra l’altro, sono tantissime).

i tipi di meditazione in base alle scuole

Cerchiamo ora di capire quali sono le tradizioni che veicolano i vari tipi di meditazione.

Ci sono delle meditazioni induiste e alcune tecniche di meditazione buddista: queste sono le scuole principali; tuttavia la meditazione è antica quanto l’uomo, esistono forme di meditazione, anche se in genere non ci pensiamo, anche nel cristianesimo.

Attualmente si sta introducendo la meditazione prendendola dall’oriente e adattandola al mondo occidentale e, per esempio, ci sono molti preti che la utilizzano prendendo spunto da meditazioni come la Vipassana o lo Zen;

il cristianesimo, però, aveva già forme sue proprie di meditazione: basti pensare ai frati nei monasteri oppure agli eremiti, che vivono nel silenzio favorendo in questo modo la meditazione; lo stesso Rosario, se ci pensiamo, è una forma di assorbimento simile ai mantra:

grazie alle preghiere in esso contenute, il santo rosario evoca in noi uno stato particolare e produce una forma di assorbimento.

Come si vede, la meditazione è comune a molte religioni.

Le meditazioni più diffuse e che vengono più cercate sono, di solito, la meditazione trascendentale e la meditazione Vipassana; ci sono poi le scuole come la Soka Gakkai (qui), che veicola il mantra Nam-myoho-renge-kyo e altre, sempre di matrice buddhista, come il buddhismo Zen e quello Tibetano con le relative meditazioni.

I tipi di meditazione buddista sono molti (qui wikipedia ne svela alcune tecniche risalenti comunque alla meditazione vipassana);

la meditazione trascendentale, invece, fa più riferimento alla tradizione vedica indiana, come pure i vari tipi di yoga classici (a ben vedere, poi, anche Buddha era indiano e quindi è facile ricondurre tutte queste esperienze a quella parte).

Nella meditazione trascendentale si fa molto uso dei mantra.

Io, personalmente, preferisco la tradizione Theravada (qui c’è il sito di un monastero Theravada in Italia), che veicola anche la Vipassana;

mi piace anche l’approccio Zen alla meditazione, anche se è più rigido: in questa tradizione è molto importante la postura (abbiamo addirittura una persona che ti picchia con un bastone se non assumi la posizione corretta), in quando, in questa tradizione, l’oggetto della meditazione è la posizione stessa (cui si aggiunge anche il respiro) e quindi non è un caso se si viene bastonati a causa di una postura scorretta!

Se vuoi conoscere di più sulla meditazione mindfulness clicca qui

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